LE MODALITÀ DEL PARTO SI RIPERCUOTONO SULL’ALLATTAMENTO (PRIMA PARTE)

Perché tante donne sperimentano difficoltà ad allattare? Il motivo è da ricondurre prevalentemente al fatto che, nonostante siamo portati a credere che l’allattamento dovrebbe essere una cosa naturale, sono ancora in molti, soprattutto fra i medici ostetrici, a non aver capito che il fatto che in gran parte del mondo le donne partoriscano in maniera “innaturale” rende l’allattamento difficile, se non impossibile.

 

E non venite a dirmi che non ho il diritto di parlare perché sono un uomo e non ho mai partorito. Non pretendo certo che le donne vadano a partorire naturalmente in mezzo alla foresta, assistite da una levatrice novantenne. Ma è importante capire che quello che facciamo alla madre durante il travaglio e il parto di fatto si ripercuote sull’esito dell’allattamento. Si badi bene che, con ciò, non intendo negare che molte donne che hanno partorito subendo ogni tipo di intervento possibile, compreso il cesareo, siano comunque riuscite ad allattare senza problemi.
Parlerò soltanto di alcune delle interferenze sull’allattamento dovute al modo in cui si partorisce nelle società ricche, e non solo.

 

L’epidurale per il dolore durante travaglio e parto

 

Fluidi per via endovenosa

 

Con la somministrazione dell’epidurale in travaglio, la donna assume una grossa quantità di fluidi per mezzo di un’infusione endovenosa. L’idea è che l’epidurale possa determinare un calo significativo della pressione sanguigna della madre, il che non è un bene. Ma perché viene somministrato un tale volume di liquidi? Parliamo anche di tre litri o più in 24 ore, un quantitativo del tutto ingiustificato secondo i medici ostetrici che ho consultato.

 

L’assunzione di tutti questi fluidi riguarda anche il bambino ed esistono almeno un paio di studi che dimostrano che più liquidi riceve la madre, più è probabile che il figlio perda il 10% del peso alla nascita. E in molti ospedali un calo del 10% comporta in automatico l’integrazione, in genere attraverso il biberon. Ma tenuto conto della quantità di liquidi assunti per via endovenosa da mamma e bambino, è assurdo considerare la percentuale del calo ponderale quale riferimento per valutare l’adeguatezza dell’allattamento, con le conseguenze che ne derivano in termini di cattive pratiche di allattamento.

 

Lo studio di Chantry CJ, Nommsen-Rivers LA, Peerson JM et al., “Excess weight loss in first-born breastfed newborns relates to maternal intrapartum fluid balance” (L’eccessivo calo ponderale nei primogeniti neonati allattati al seno è correlato al bilancio dei fluidi materni intra partum) [Pediatrics 2011;127:e171-e179], ha evidenziato che una maggior perdita di peso nei primi giorni (superiore al 10%) è significativamente correlata al volume di liquidi assunti dalla madre durante il travaglio e il parto. Lo studio di Noel-Weiss J et al., “Iatrogenic newborn weight loss: knowledge translation using a study protocol for your maternity setting” (Calo ponderale neonatale iatrogeno: knowledge translation con l’impiego di un protocollo di studio per la progettazione dei punti nascita) [International Breastfeeding Journal 2011;6:10], ha confermato lo stesso concetto e gli autori hanno sottolineato che, per stabilire se l’allattamento procede bene, è più importante farne una valutazione clinica piuttosto che basarsi soltanto sulla percentuale del calo ponderale.

 

Ma c’è di più. Quando una donna riceve ingenti quantitativi di fluidi nel corso del travaglio e del parto e anche successivamente, spesso ritiene molti di quei liquidi per giorni. E questo significa avere gonfiore non soltanto a mani e piedi, ma anche a capezzoli e areole, il che rende difficile (se non impossibile) il corretto attacco da parte del bambino e l’assunzione del latte materno. E oltre a impedire la buona suzione, un cattivo attacco spesso causa le ragadi.

 

Nel complesso, l’impiego di massicce quantità di fluidi per via endovenosa durante il travaglio, il parto e nelle fasi successive determina di frequente l’introduzione precoce del biberon, anticipa l’integrazione con la formula e comporta la separazione del bambino (che spesso viene portato in terapia intensiva per aver superato il 10% di calo ponderale) dalla madre. Si tratta, insomma, del primo passo verso il fallimento dell’allattamento.

 

La risposta che fin troppi ospedali offrono in prima battuta è quella di fornire biberon e latte di formula, ma non è questo ciò di cui hanno bisogno mamma e bambino. Serve piuttosto un valido aiuto per allattare da parte di figure qualificate e competenti e di consulenti in allattamento. Serve assistenza per correggere l’attacco e imparare la compressione del seno per trasferire più latte al bambino. Se la madre ha le ragadi sui capezzoli e sulle areole e difficoltà a realizzare un buon attacco, potrebbe essere utile la tecnica della pressione inversa per ammorbidire i capezzoli.
Una cosa di cui la madre non ha bisogno, ma che riceve troppo spesso, sono i paracapezzoli.

 

swelling of the nipple and areola

La donna in foto ha gonfiore al seno,ai capezzoli e alle areole,a causa della ritenzione dei liquidi.
Ciò rende difficile l’attacco da parte del bambino.
Risultato? Il bambino non prende bene il latte
e la madre ha le ragadi ai capezzoli.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sulla percentuale del calo ponderale

 

Ogni bilancia dà un peso diverso. Abbiamo notato una differenza di 400 grammi (14 once) pesando lo stesso bambino su due bilance a pochi minuti di distanza. In genere la differenza non è così alta, ma abbiamo verificato che tra due bilance della stessa marca, e dello stesso modello, c’era uno scarto di 85 grammi (3 once), il che probabilmente non rappresenta un’evenienza rara. Su un bambino di 3 kg (6 libbre e 10 once), 85 grammi sono quasi il 3%, quindi un bambino potrebbe perdere o guadagnare il 3% del peso alla nascita a seconda di quale bilancia è stata usata per prima. Si consideri che la maggior parte dei bambini viene pesata per la prima volta al momento della nascita e poi, post partum, su un’altra bilancia.
Non sono inconsueti gli errori di lettura della bilancia e trascrizione del peso. Abbiamo documentato il caso di un bambino pesato 2,58 kg (5 libbre e 11 once) alla nascita e 3,1 kg (6 libbre e 13 once) 5 ore dopo. Normalmente i bambini non si pesano ogni 5 ore, ma evidentemente sarà successo che, guardando quel bambino a 5 ore di vita, qualcuno avrà pensato “Non è possibile che pesi solo 2,58 kg”. Che cosa sarebbe accaduto, però, se si fosse verificato il caso opposto? Se il bambino fosse passato da 3,1 kg alla nascita a 2,58 kg il giorno dopo, avrebbe significato che era calato del 17%.

 

Impiego di farmaci nell’anestesia epidurale

 

In genere gli anestesisti dicono alle donne che i farmaci assunti con l’anestesia epidurale non interessano il nascituro. Chi ha visto la differenza fra i bambini nati con e senza anestesia epidurale o spinale, non ha bisogno di dimostrazioni. La differenza tra un bambino che non ha ricevuto i farmaci dell’epidurale, è vigile, cerca il seno e gli si avvicina prontamente, e un bambino a cui sono stati somministrati medicinali, sonnolento e che non mostra interesse per il seno, è lampante.

 

Per chi, tuttavia, avesse ulteriore necessità di studi, presentiamo un elenco di ricerche che mostrano che di fatto i bambini risentono dei farmaci impiegati nell’anestesia epidurale.

 

Brimdyr K, Cadwell K, Widström A-M et al. The Association Between Common Labor Drugs and Suckling When Skin-to-Skin During the First Hour After Birth. Birth 2015;42(4):319-328

 

Moisés EC, de Barros Duarte L, de Carvalho Cavalli R, et al. Pharmacokinetics and transplacental distribution of fentanyl in epidural anesthesia for normal pregnant womehttps://goo.gl/uhQ7Qwn. Eur J Clin Pharmacol 2005;61(7):517–522

 

Ransjö-Arvidson AB, Matthiesen AS, Lilja G, et al. Maternal analgesia during labor disturbs newborn behavior: Effects on breastfeeding, temperature, and crying. Birth 2001;28(1):5–12 

 

Wiklund I, Norman M, Uvans-Moberg K, et al. Epidural analgesia: Breast-feeding success and related factors. Midwifery2009;25(2):e31–e38

 

Beilin Y, Bodian CA, Weiser J, et al. Effect of labor epidural analgesia with and without fentanyl on infant breast-feeding: A prospective, randomized, double-blind study. Anesthesiology 2005;103(6):1211–1217

 

Dozier AM, Howard CR, Brownell EA, et al. Labor epidural anesthesia, obstetric factors and breastfeeding cessation. Matern Child Health J 2013;17(4):689–698

 

Torvaldsen S, Roberts CL, Simpson JM, et al. Intrapartum epidural analgesia and breastfeeding: A prospective cohort study. Int Breastfeed J 2006;1:24

 

Febbre materna

 

Più a lungo la donna è stata sottoposta all’epidurale, più è probabile che questa sviluppi febbre.

 

Lieberman E, Lang JM, Frigoletto F jr et al. Epidural analgesia, intrapartum fever and neonatal sepsis evaluation Pediatrics1997;99:415-9. “L’impiego dell’analgesia epidurale durante il travaglio è fortemente associato all’occorrenza di febbre materna intra partum, valutazione di sepsi neonatale e trattamento antibiotico neonatale.”

 

Segal, S. Anesth Analg 2010;111:1467–75. “Le donne in travaglio sottoposte ad analgesia epidurale riportano un maggiore aumento di temperatura e febbre clinica più spesso rispetto alle donne che ricevono altri tipi di analgesia.”

 

E che cosa comporta avere febbre durante il travaglio e il parto? Antibiotici per madre e figlio e, di frequente, trasferimento del bambino al reparto di terapia intensiva. E in alcuni casi mancato allattamento e mancata somministrazione di latte materno al bambino, nell’evenienza che la madre possa avere un’infezione. Ho approfondito l’incredibile assurdità di tutto ciò nel mio articolo sulle malattie materne.

 

E c’è tanto, tanto altro ancora

 

Ma quelle appena elencate sono le questioni di gran lunga più importanti.

 

Hai bisogno di aiuto per l’allattamento? Prendi appuntamento con l’International Breastfeeding Centre.

 

Copyright: Jack Newman, MD, FRCPC, Andrea Polokova, 2017, 2018, 2019

Translated from the original English by Renata Lo Iacono